Cronaca Ovale U10 Ciampino
E’ sempre un piacere ospitare un raggruppamento in casa, perché si crea quel clima festoso che solo il lavorare insieme e condividere le fatiche crea. Quando poi al gruppo dei soliti noti si aggiunge una gran quantità di volontari allora tutto diventa più spontaneo e semplice. Oggi, tra l’altro, abbiamo sperimentato una nuova soluzione per il terzo tempo, che è più efficiente e razionale ed ha suscitato solo commenti positivi. La ripeteremo di sicuro.
Giornata speciale, dicevo. Si festeggiavano le mamme, tutte quante, e noi da veri galantuomini non potevamo far altro che dimostrare il nostro affetto con almeno un fiore od un palloncino, per tutto quello che fanno per noi. Mamme del rugby che sanno meglio di chi gioca cosa vogliono dire il sacrificio, il sostegno e la dedizione al gruppo. Mamme che invece di guadare i propri figli si mettono all’opera e allestiscono, cucinano, organizzano, spostano, fanno e disfano, ed alla fine raggiungono il risultato sempre con il sorriso. Abbiamo solo da imparare noi uomini, ma non lo faremo mai, loro sono irraggiungibili: faticano e sorridono lo stesso. Grazie!
La partecipazione complessiva è stata bassina, di molto inferiore rispetto al consueto. Maggio, lo abbiamo detto tantissime volte, è periodo di impegni i più disparati. Delle 11 squadre teoriche, alla fine si è riusciti a formarne solo 5, che si sono affrontate con la formula del girone unico. I nostri ragazzi hanno pareggiato la prima partita con i Lupi Frascati, poi si sono imposti nettamente sia sui Gladiatori che sulla mista Formello-Frascati Union-Praeneste. All’ultima partita, quella che avrebbe deciso il vincitore in una specie di finale, purtroppo hanno perso di misura contro gli All Reds, ma erano comunque contenti. Avevano veramente dato tutto.
Della conclusione abbiamo già detto in apertura. Aggiungiamo solo che i partecipanti sono stati talmente bene che molti non volevano andarsene, li abbiamo dovuti quasi sloggiare a forza… Ci è dispiaciuto, anche noi avremmo voluto restare a inzuppare le ciambelline nel vino, ma il camion di Tonino ci aspettava per risistemare l’area.
Grazie, grazie, grazie ancora una volta a tutti quelli che hanno dato il loro contributo, seppur piccolo. Non serve solo caricarsi un bancale di tavoli, a volte basta spostare un bicchiere per essere d’aiuto.
#maipaura #ipalialfuso
DC
Cronaca Ovale U10 JESI
Comincio subito dall’ultima scena che ho ancora davanti agli occhi: una marea rossa che si mette in marcia verso il bus che l’avrebbe riportata a casa. Un lungo serpentone di bambini caracollanti, con lo zaino pesante ma il cuore leggero e gioioso. Erano stanchi, avevano dormito poco, erano stati in campo dalla mattina presto con il sole che picchiava ed il caldo che opprimeva, avevano preso pestoni e zoppicavano, alcuni si tenevano un braccio o facevano vedere le escoriazioni al compagno, doloranti ma felici credo come non mai. Ecco la sintesi della nostra bellissima trasferta, questa immagine vale più di tante parole.
Il viaggio era cominciato come da tradizione, con le mamme mai rassegnate al fatto che i bambini potessero stare un giorno ed una notte senza di loro, che davanti al punto di partenza davano gli ultimi consigli e poi si sbracciavano a salutarli mentre il bus partiva. Le due comitive, genitori ed atleti, si sarebbero riviste la sera in albergo, che affaccia proprio sul mare. Visioni suggestive ed evidentemente ispiratrici. I genitori hanno trascorso la giornata visitando in ordine sparso le bellezze umbre e marchigiane, mentre i bambini hanno ricevuto la calda accoglienza del presidente del Rugby Jesi che ha fatto loro da cicerone lungo le varie attrazioni jesine.
Dopo la cena, i bambini sono andati a dormire presto perché l’indomani li avrebbe aspettati una giornata a dir poco impegnativa. Ma, si sa, non è che si dorma proprio tantissimo in occasioni del genere. Capirai, soli in camera per una notte, senza genitori… Per alcuni un sogno, per altri un incubo. Ma la stretta marcatura di Lorenzo, Gianluca, Claudio e, per l’occasione, Stefano, ha ridotto al minimo le turbolenze e ben presto un silenzio irreale è sceso nei corridoi dell’hotel. Al mattino successivo sveglia di buon ora, colazione e partenza per il campo da gioco. Il torneo non è stato affollatissimo, alcune defezioni dell’ultimo momento hanno ridotto il numero delle squadre partecipanti a sole sei, di cui 2 nostre.
Mentre i bambini cominciavano il riscaldamento, lo macchina da guerra del CRC organizzava una mini clubhouse e piantava una bella bandiera in terra marchigiana. Quel piccolo gazebo col nostro striscione è stato la nostra casa per la giornata: ci abbiamo mangiato, bevuto (assai!), ci siamo incontrati lì, ci siamo riparati alla sua ombra. Insomma, è stato il nostro rifugio. E mi sia permesso di dire che vederlo sempre affollato è stato un bello spettacolo.
Per nulla intimoriti dal fantasmagorico impianto sportivo del Rugby Jesi, entrambe le nostre squadre hanno vinto tutte le partite dei rispettivi gironi, con risultati fin troppo roboanti, ma comunque meritati. Ciascuno dei nostri atleti ha messo tutto quello che aveva, soprattutto i bambini che di solito sono più timidi agonisticamente parlando. I due bambini dell’Appia Rugby che per l’occasione hanno fatto parte della nostra delegazione sono stati esemplari anche loro. Di conseguenza, la finalissima del torneo è stata tra Ciampino 1 e Ciampino 2. I genitori in visibilio hanno incitato senza sosta i giocatori durante una partita che si è chiusa in perfetto equilibrio 4-4. I bambini erano quasi frastornati da così tanta gloria, forse neanche se ne rendevano conto.
Ma nell’attimo in cui hanno alzato le coppe, la gioia è stata tantissima ed hanno acquistato la consapevolezza di aver fatto una cosa veramente rilevante. Il nostro augurio è che questa ubriacatura di successi li porti a credere maggiormente in loro stessi, elemento che si costruisce pian piano ma che nel corso dell’anno non sempre è stato presente.
E soprattutto grazie a chi ha reso possibile che questi due giorni di trasferta si siano trasformati in un meraviglioso ricordo per tutti: i bambini.
#maipaura
Cronaca Ovale U10 Segni
Andare a Segni, per molti di noi, è sempre un piacere. Oltre alla bellezza del posto, panoramico e curatissimo, ci troviamo a nostro agio perché l’organizzazione è perfetta e noi ‘sbarbatelli’ abbiamo solo da imparare. Se poi ci mettiamo la bellissima giornata di oggi, allora raggiungiamo quasi la perfezione.
La partecipazione generale, sia nostra che delle altre squadre, è stata ben al di sotto del consueto. È chiaro, in questo periodo gli impegni di tutti si accavallano, tra cerimonie e tanti altri eventi. Addirittura, oggi erano presenti solo 5 squadre contro le almeno 8 che ad ogni raggruppamento si incontrano. Non parliamo poi dell’esplosione della primavera, o del fatto che ci avviamo alla fine della stagione, la stanchezza comincia a farsi sentire per tutti, grandi e bambini, e si devono dosare le forze per non arrivare ‘scoppiati’ a giugno…
Stanchezza che i nostri piccoli atleti stamattina non hanno sentito più di tanto. Neanche la prossima trasferta li ha distratti, sono entrati in campo determinati e decisi fin dalla prima partita. Mentre le mamme a bordo campo cercavano riparo all’ombra o si spalmavano la crema solare a tutto spiano, i ragazzi si battevano sempre con grande agonismo, ma raccogliendo meno di quanto meritassero. Nel dettaglio, sono stati sconfitti 6-1 dai padroni di casa, poi hanno battuto 5-4 Artena, e successivamente si sono arresi 7-1 con Colleferro e 6-3 con i Lupi Frascati.
I bambini, alla fine, erano esausti ma contenti e soddisfatti, certi di aver dato tutto in campo e felici di stare insieme.
#maipaura
DC
Cronaca Ovale U10 Rieti
I princìpi che mi piacciono di più del rugby sono l’avanzamento ed il sostegno. Molte volte, anche quelli che hanno più esperienza, dimenticano che non esiste l’uno senza l’altro. Oggi a Rieti ne abbiamo avuto la conferma. Google Map ci dice che per arrivare al campo di Rieti si devono percorrere 96 chilometri. Ecco, per ogni metro ha piovuto, dalla mattina presto fino al ritorno. Ogni santo metro. Ma non ci siamo spaventati: eravamo numericamente la compagine più folta di tutte. Presenza massiccia.
Il problema c’è stato dopo. Fin dal nostro arrivo ci siamo accorti che il campo destinato a noi dell’under 10 era delocalizzato rispetto a quello centrale, che ospitava tutte le altre categorie. Ma soprattutto era al limite dell’impraticabilità; limite che si è spostato sempre più in là col passare dei minuti e lo scrosciare della pioggia, nostra fedele compagna di giornata. L’organizzazione ha deciso comunque di iniziare a giocare, nonostante queste condizioni e l’assenza di alcune squadre. Purtroppo già dalla fine della prima partita (in verità una gara a chi rimaneva in piedi e non una vera partita di rugby…) la situazione si è fatta insostenibile: i bambini erano zuppi ma soprattutto infreddoliti fino alle lacrime. Solo per capire, sulle montagne circostanti stava nevicando. Abbiamo provato a giocarne un’altra, ma era veramente improponibile: sono usciti tutti piangendo.
Dopo questo avanzamento dei piccoli atleti, iniziava il sostegno, quello che si crea quando una squadra è coesa. E qui sono costretto a fare dei nomi, perché quello che hanno fatto tutti i genitori è stato encomiabile, ma per qualcuno addirittura eroico. Comincio da Gianluca e Claudio, che sono stati tutto il tempo in campo sotto il diluvio, a fare la spola con gli spogliatoi per riportare i bambini che ad uno ad uno cedevano. Lorenzo, che col giaccone inzuppato era impegnato nel suo ruolo e ci ha lasciato solo dopo che anche l’ultimo bambino aveva fatto la doccia (fredda, l’acqua calda era finita…). Biagio, il leone dello spogliatoio, che toglieva gli indumenti inzuppati a tutti i bambini che non muovevano neanche la punta delle dita. Alessia, Daniela C. e Daniela F, che mulinavano phon come spade laser ed ha fatto più messe in piega lei che un salone di bellezza. Aggiungo Rosario anche se non è della nostra categoria, che ha comunque portato al torneo due bambini anche se il suo si era fatto male, solo perché aveva preso questo impegno; non dovrei dirlo, ma ha anche dato i suoi pantaloni impermeabili a Claudio.
Ecco, di rugby tutti noi parliamo molto, anche troppo. Ma è anche, o soprattutto, questo.
#maipaura
DC
Cronaca Ovale U10 Segni
Quando a metà settimana, grosso modo, arriva il messaggino su whatsapp e scopri che il raggruppamento domenicale sarà a Segni, ti prende sempre quel non so che di contentezza. A parte i 50 e rotti km di distanza con relativa alzataccia (ma d’altronde, quando mai ci svegliamo tardi la domenica mattina?), è sempre bello andarci, si respira quel rugby genuino fatto di erba, salsicce e soprattutto compagnia. Per non parlare del campo, in posizione panoramica di fronte alla “perla dei Lepini”, anche se oggi era difficile perfino vedere la linea di touche dall’altra parte del terreno di gioco. Magari erano meno contente le mamme, dopo aver visto anche oggi tutto quel fango…
Anche i nostri giovani atleti, all’arrivo, erano pervasi da un’insolita euforia, che solo a tratti sono riusciti a mettere in campo. Le nostre due squadre hanno giocato sempre, bene o male che sia. Hanno avuto alti e bassi, magari una delle due squadre più alti e l’altra più bassi, ma in campo c’erano e cercavano sempre di giocare al meglio delle proprie possibilità. È anche vero che le squadre di oggi erano molto ostiche: i padroni di casa, Colleferro, Fiamme Oro, Artena. I risultati sono stati altalenanti, come ogni tanto ci capita alterniamo buone prestazioni a sonore dormite, spesso nella stessa partita; ma in media si sono viste cose di livello superiore anche rispetto al precedente raggruppamento, segno che la crescita, benché lenta, esiste ed è costante nel tempo. Siamo dirigibili Diesel, non jet supersonici: affidabili, sicuri e robusti. Per il primo sorvolo del Polo Nord, Nobile ha usato un dirigibile, mica un biplano qualsiasi.
#maipaura
D.C.